Cibi da evitare in caso di colesterolo alto

Atherosclerosis is an accumulation of cholesterol plaques in the walls of the arteries, which causes obstruction of blood flow. 3D rendering

Che significa avere il colesterolo alto? Qual è la forma “buona” e quella “cattiva”? Esistono dei cibi in grado di abbassarlo?
Queste e altre domande corrono nella mente di chi ha riscontrato, dalle proprie analisi del sangue, un aumento dei valori consigliati.
In quest’articolo cercheremo spiegare, in modo esauriente, il concetto d’ipercolesterolemia e la sua correlazione con eventi funesti come ictus e infarto.
Scopriremo come l’alimentazione sia un nodo centrale nel suo trattamento, sia se si segue una terapia farmacologica, sia se si opta per un approccio sul solo stile di vita.
Come sempre, non ci sono alimenti magici. Esistono approcci alimentari finalizzati non solo ad abbassare i valori di colesterolo circolante ma, anche, ad agire su altri fattori favorenti gli eventi cardiovascolari.

Contenuti dell’articolo

  1. Cosa significa avere il colesterolo alto;
  2. I fattori di rischio per gli eventi cardiovascolari;
  3. Quali alimenti aumentano il colesterolo “cattivo”;
  4. Prevenzione degli eventi cardiovascolari: approccio alimentare a 360°.

Cosa significa avere il colesterolo alto

Il colesterolo è, all’insaputa di molti, una molecola importantissima per il nostro corpo. Da esso, infatti, il nostro corpo costruisce la vitamina D e vari ormoni.
I valori che compaiono sul referto delle analisi del sangue, in realtà, non si riferiscono al colesterolo preso come sostanza singola ma, a dei complessi di molecole (formati da grassi e proteine) mediante i quali è trasportato in circolo: le lipoproteine.
Nel torrente ematico viaggiano diverse tipologie di lipoproteine (che differiscono per composizione e funzione). Alcune di esse sono considerate più pericolose. Tra queste ricordiamo le lipoproteine LDL, la cosiddetta forma “cattiva”. Queste sono alla base della formazione delle placche aterosclerotiche.
Nei paragrafi successivi, però, scopriremo come le ricerche moderne hanno ampliato questa visione, evidenziando come le lipoproteine LDL non siano gli unici fattori che intervengono nella formazione delle placche.

I fattori di rischio per gli eventi cardiovascolari

I fattori che possono concorrere all’insorgenza degli eventi funesti menzionati, sono riassunti nelle carte del rischio cardiovascolare. Con esse, il medico calcola la probabilità di andare incontro a un evento cardiovascolare maggiore (infarto del miocardio e ictus) nei dieci anni successivi. I fattori di rischio sono:

  • Sesso di appartenenza;
  • Abitudine al fumo;
  • Diabete;
  • Età anagrafica;
  • Pressione arteriosa sistolica;
  • Colesterolemia.

Quanto esposto è da spunto a un concetto chiave che qui illustreremo: una dieta mirata, per mantenerci in salute, non deve puntare unicamente sulla riduzione del colesterolo LDL ma, anche, sulla correzione di altri fattori concorrenti.

Quali alimenti aumentano il colesterolo cattivo

In passato, quando si parlava di ipercolesterolemia, s’insisteva sempre sulla riduzione quasi “maniacale” del colesterolo alimentare e dei grassi totali della dieta. Molte cose sono cambiate, benché permangano ancora queste convinzioni.
Le ultime linee guida evidenziano l’importanza della tipologia, piuttosto che della quantità, di grassi totali della dieta. Maggiore enfasi è data alla tipologia e alla quantità dei carboidrati assunti mentre, è ridimensionato il ruolo del colesterolo alimentare.
È importante sottolineare, come il colesterolo trasportato dalle lipoproteine, non provenga solo da ciò che mangiamo. Al contrario, la maggioranza è prodotta dal nostro stesso corpo.

Analizziamo più nel dettaglio i fattori che determinano un innalzamento del colesterolo:

  • Zuccheri semplici: questi andrebbero ridotti al minimo a favore di fonti a più basso carico glicemico come cereali integrali e legumi; quanto esposto non deve sorprendere poiché l’enzima coinvolto nella sintesi del colesterolo è stimolato dall’ormone insulina. Soprattutto in un soggetto insulinoresistente, l’uso abituale di questi alimenti riduce i livelli dell’ormone;
  • Grassi trans: questa categoria di lipidi abbonda in molti alimenti industriali, in particolare, nelle panature. Un’altra fonte è rappresentata dalla margarina; dato l’elevato grado di evidenza scientifica dei loro effetti deleteri, andrebbero evitati del tutto;
  • Limitare i grassi saturi: essi si ritrovano negli alimenti di origine animale; sarebbe opportuno non eccede nel consumo di carni grasse e formaggi.

La perdita di peso corporeo, in particolare a carico del grasso viscerale (tipico dei soggetti con adipe localizzato sull’addome), determina un miglioramento dei valori del colesterolo circolante. Come illustrato, la sintesi di colesterolo è stimolata dall’insulina, i cui livelli circolanti sono alti in soggetti con grasso viscerale.

Prevenzione degli eventi cardiovascolari: approccio alimentare a 360°

Fino a non molto tempo fa si pensava che il colesterolo LDL fosse l’unico responsabile della formazione delle placche aterosclerotiche. La realtà è molto più complessa. Possiamo così riassumere i fattori che concorrono alla sua formazione, progressione e rottura:

  • Alterazione strutturale di alcune proteine che compongono le lipoproteine LDL: questo avviene a causa dell’iperglicemia e dello stress ossidativo. Le oxLDL (LDL ossidate) sono la forma modificata che realmente concorre alla formazione della placca;
  • Danno all’endotelio dei vasi (lo strato interno che le avvolge) causato degli stessi fattori esposti per le LDL;
  • Presenza d’infiammazione cronica di fondo (ad opera soprattutto dell’insulinoresistenza);
  • Ipertensione.
  • Nell’ottica di un approccio alimentare a 360°, è bene compiere queste scelte a tavola:
  • Preferire fonti di carboidrati a basso carico glicemico come cereali integrali e legumi;
  • Limitare gli zuccheri semplici contenuti in dolci, biscotti, merendine, bibite gassate;
  • Aumentare la quantità e varietà di verdure di stagione nell’arco della giornata;
  • Consumare moderate quantità di frutta di stagione;
  • Utilizzare, come condimento preferenziale, l’olio extravergine di oliva a crudo;
  • Inserire uno o due cucchiaini al giorno di oli vegetali premuti a freddo, in particolare derivati dai semi di lino e dal germe di grano;
  • Limitare al minimo i prodotti industriali;
  • Ridurre le proteine animali provenienti, soprattutto, da formaggi e carni rosse a favore di pesce e proteine vegetali (contenute in legumi, semi, frutta secca, cereali integrali);
  • Limitare il consumo di sale aggiunto agli alimenti;
  • Inserire spezie, erbe aromatiche e tè verde, perché dotati di sostanze antiossidanti.

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